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Tutti a scuola, in Finlandia però

A Lauttakylän lukio in Finlandia, i corridoi delle scuole pubbliche hanno tavolinetti illuminati da ampie vetrate, per un caffè o una chiacchierata fra studenti. In ogni aula ci sono lavandini puliti e un kit di pulizia mentre i bagni stanno tutti al pian terreno. La didattica dura 75 minuti, seguiti sempre da 15 di pausa, si evitano così le continue quanto inutili interruzioni. Durante i 15 minuti i ragazzi si riorganizzano gli appunti ed essendo educati alla responsabilità personale, non incendiano libri e quaderni, ma seguono educatamente il loro individuale percorso scolastico: la scuola chiede fiducia e la dà. Gli ambienti sono confortevoli, le aule differentemente colorate con tendaggio abbinato e sopra la lavagna non ci sono crocifissi, ma foto di Nobel. I banchi sono ergonomici e proporzionali alla statura delle nuove generazioni, la tecnologia in ogni sua forma è a disposizione di docenti e discenti e si tengono pure i corsi di drammatizzazione. In Italia pure: molti istituti scolastici cascano a pezzi, mancano i bidelli e abbondano i supplenti. La carta igienica la si porta da casa e i gessetti si centellinano, perché sennò finiscono subito. I banchetti sono quelli di inizio secolo, scorso, come i pure i computer. C’è poi il rischio sismico. Quasi la metà delle scuole pubbliche: 22.858 su circa 42.000 sono state identificate dal Ministero delle Infrastrutture e dalla Protezione Civile, come vulnerabili ai terremoti quindi dopo anni e anni di riforme, più annunciate che realizzate e dopo la visita di Renzi, la scuola è pronta a riaprire i cancelli. Quest’ano però tutto muterà: Ogni studente si vedrà consegnare a inizio anno un caschetto da muratore, giallo o bianco è ancora da decidere, che eviterà i fastidiosi pezzetti di intonaco sulla testa. Speriamo bene.

FONTE: ARTICOLO DI GABRIELLA GRASSO DA VIVIENNA.IT

Gabriella Grasso