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Lettere da Tove


di Alice Flinta
Mentre cercavamo di appacificare il nostro rapporto con la tecnologia, mentre cercavamo di imparare ad usare le videochiamate, ricordandoci che no, una videochiamata non ci permette parlare di lavoro nel comfort delle nostre mutande, il Paris Review pubblicava un estratto da Letters from Tove, uscito quest’anno con la University of Minnesota Press, tradotto dallo svedese da Sarah Death.

Il 26 Marzo, nel mezzo di un lockdown che in Italia sarebbe durato più di tre mesi, questa lettera indirizzata a Tuulikki Pietilä, amante di Tove Jansson, ci fa riflettere sullo sviluppo della comunicazione tra amanti; ci fa apprezzare l’immediatezza e lo sforzo minimo con il quale oggigiorno possiamo metterci in contatto con i nostri cari, “congiunti” o meno, e ora, che ne siamo quasi fuori, ci ricorda quant’è toccante tornare a stare in famiglia, con tutto il chiacchiericcio, le domande inopportune, gli zii ubriachi, i ritagli di spazi privati e le grandi stanze in comune, le spiagge e le tempeste.



7.10.56
Amatissima,

Ora i miei adorati familiari sono finalmente andati a dormire, sparsi in improbabili giacigli. Il chiacchiericcio si è placato e anche la tempesta, ed ora posso parlare con te.

Grazie per la tua lettera, che è stata come un abbraccio affettuoso. Eh sì, mia Tuulikki, non hai fatto che darmi calore, amore e gioia.

Non è incredibile e veramente meraviglioso che non ci sia ancora nemmeno una piccola ombra tra di noi? E sai cosa? La parte migliore di tutto questo è che le ombre non mi spaventano. Quando arriveranno (come suppongo accadrà, come per tutti coloro che tengono l’uno all’altro) credo che sapremo destreggiarci tra di loro.

Sono felice che tu possa approfittare di una stanza tutta per te a Korpilahti, così che puoi andare avanti con il tuo lavoro senza essere disturbata dalle preoccupazioni e dagli intrighi della colonia [di artisti].

Se scrivi in finlandese, sii paziente, potresti usare la macchina da scrivere? La tua grafia sa essere ingannevole, alle volte. Mi chiedo se sei riuscita a leggere la mia ultima lettera, visto che lo zio Harald ci è cascato in mare con tanto di carico di fumetti e una sacca di whisky.

Da quando sono arrivati con la loro barca a vela dalla Svezia, qui c’è stata un’intensa convivenza familiare. Quando devo, me ne vado implacabile e disegno, ma di tanto in tanto mi rendo disponibile per le faccende domestiche, i baccanali, mi occupo dei bambini, faccio conversazione… qualsiasi cosa. Una parte di me si diverte; l’altra libera la frustrazione spaccando legna. Harald è arrivato giusto in tempo per il suo compleanno che, tradizionalmente, è da sempre una gran festa in riva al mare.

Quest’anno è stata meravigliosamente incorniciata da una tempesta ed è finita in un vortice di ballo sugli scogli, cadute negli stagni e arrampicate sugli alberi. Madre Saga si è presa cura dei loro figli per tutta la sera; in compenso tutti i giovani di Viken verranno presto a campeggiare.

L’invasione delle nostre spiagge si sta intensificando. Bitti è in città e la vedremo in giro da un momento all’altro. Dopo il 20 [arriveranno] Uca e Nita. Forse Kurt. Forse Maya Vanni. Cercherò di mantenere il mio lavoro da parte, lasciando il cucinare a loro il più che posso – il che è difficile perché mi è più facile e più naturale provvedere per me stessa.

Ma mi aspetto si risolvi da solo. Suppongo ci saranno strani attriti, ma non mi preoccupa. Per quanto riguarda te e Bitti, sarebbe molto meglio per te se vi incontraste qui e non in città. L’isola rimane bella e rilassante come sempre, nonostante la gente venga a gironzolare sugli scogli.

Un giorno tutta Viken venne fuori, anche Peo, e presto presero tutti a farsi il bagno e ho dovuto cucinare come una matta. Mi fa bene avere fumetti su cui lavorare: me ne posso occupare per quanto animata sia la situazione. Ho messo la cassetta per gli storni, ma a parte ciò sono stata occupata a lavorare o a fare vita sociale. Mi mancano quei tranquilli giorni di giugno in cui componevi uno dei tuoi mosaici o tagliuzzavi qualche nodoso pezzo di legno e potevamo ascoltare, contemplare ed esplorare come ci sentivamo.

A proposito dei mosaici, Han ed io abbiamo dato il tuo “Pescatore” a Harald per il suo compleanno. Dopotutto era in vendita. Otto, avevi detto, giusto?

È rimasto molto contento e gli troverà un bel posto in una casa che effettivamente ha già un buon gusto per quanto riguarda l’oggettistica.

Tuulikki, desidero leggere di più del libro che sei tu. Ti desidero in tutti i sensi e sono più sola ora, con tutte queste persone intorno a me che quando me ne andavo in giro da sola, pensando a te.

E qui una nuova piccola creatura che ancora non è troppo sicura di essere la benvenuta! [immagine del post]

Tua Tove.