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Il Salone del Libro di Torino, Primo Levi e la Finlandia

Si è chiusa ieri 13 maggio 2019 la 32° edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino. Non parleremo qui delle tante polemiche che si sono create prima e durante la kermesse. Ci sarebbe molto da dire, ma non è questa la sede opportuna. Vogliamo invece ricordare il tema di questa ultima edizione, Il gioco del mondo, titolo della traduzione italiana del capolavoro di Julio Cortázar: Rayuela. Quest'anno al Salone si era scelto di ospitare non un paese ma una lingua, lo spagnolo, che forse più di ogni altra travalica i confini. Come la cultura che non contempla frontiere o linee divisorie, la cultura i confini li salta. Supera divisioni, frantuma muri, balza dall'altra parte. Per creare.

Il Salone di Torino di quest'anno ha dato anche molto spazio all'anniversario dei 100 anni dalla nascita di Primo Levi, dedicando una intera sezione del programma, intitolata Questo è un uomo, per raccontare insieme l’importanza della memoria e i calpestati ed emarginati di oggi. Perché ogni generazione è chiamata a difendere la dignità per tutti gli esseri umani. Meditate che questo è stato, scriveva Primo Levi.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inaugurale indirizzato al direttore editoriale del Salone del libro, Nicola Lagioia, scrive:

«Il Salone del Libro di Torino si caratterizza, quest’anno, per le numerose iniziative dedicate alla figura e all’opera di Primo Levi.
Figura complessa di uomo e scrittore, sopravvissuto ad Auschwitz, la forza della sua lezione ha superato i confini nazionali per diventare il simbolo di una sofferenza universale.
Ebreo e partigiano, internato nel campo di concentramento di Carpi-Fossoli nel 1944, deportato ad Auschwitz e liberato nel 1945, Levi ha saputo indagare, per la sua esperienza di vita e insieme per la sua capacità di esplorazione, gli abissi della natura del male.
Consapevole del significato storico e antropologico della tragica esperienza nei campi di concentramento, Primo Levi, nella sua intensa attività di testimonianza umana e culturale, ha proposto alla coscienza comune ideali di comprensione e di tolleranza fra gli uomini e i popoli.
I valori che Primo Levi ha vissuto e trasmesso, specialmente la necessità di non dimenticare ciò che è avvenuto negli anni della seconda guerra mondiale come tragica conseguenza del disprezzo dei diritti di ogni persona, costituiscono la base fondamentale per una società pacificata e una rispettosa convivenza sociale».

Ignoravo che la Finlandia fosse stato il primo paese del nord Europa a tradurre Se questo è un uomo di Primo Levi: sulle pagine del Centro internazionale di studi Primo Levi  si legge che "Se questo è un uomo è uscito per Gummerus nel 1962, nella traduzione dello scrittore Tapio Hisivaara. La stessa traduzione è stata ripubblicata nel 1982 e nel 2005. Sono stati poi tradotti La tregua (nel 1981 per Yleisradio, emittente radiofonica pubblica, da Ari Koskinen; successivamente, 2001, per la casa editrice Like, di Helsinki, a cura di Irma Koistinen); Se non ora, quando? (1986); Il sistema periodico (1988), I sommersi e i salvati (2009), con editori e traduttori sempre diversi (rispettivamente Pirkko Peltonen, Aira Buffa, Riikka Kankkunen)."

E ancora: "Le prime edizioni interessano l’inglese, il francese e il tedesco, poi il finlandese, il neerlandese e il polacco, il giapponese, il romeno, l’ebraico e il ceco. Prevale la traduzione di Se questo è un uomo, ma cresce la diffusione anche de La tregua e de Il sistema periodico. [...] Non sono poche d’altra parte quelle che potremmo definire come “partenze difficili”, situazioni cioè in cui, dopo la prima traduzione solitamente in poche copie, si dovette attendere un buon numero di anni perché con una seconda edizione o una seconda traduzione, magari della stessa opera e spesso di qualità migliore, Primo Levi acquisisse un posto stabile nel panorama editoriale. Fermiamoci un momento su questo particolare problema, tanto più interessante perché richiama da vicino la sorte toccata a Se questo un uomo anche in Italia; dove il libro, destinato a una diffusione molto limitata nel ’47, fu infatti costretto, per ottenere un effettivo e duraturo successo di pubblico, ad attendere la seconda edizione Einaudi del ’58. [...] . In Finlandia dovettero passare venti anni fra la prima edizione di Se questo è un uomo e quella de La tregua."

Per chi volesse leggere l'articolo intero:

Sulla diffusione di Primo Levi nel mondo di Fabio Levi e Irene Soave 

Per i 100 anni di Primo Levi la casa editrice Gummerus Kustannus ha rieditato Tällainenko on ihminen (Se questo è un uomo) lo scorso gennaio: nell'immagine del post la copertina del libro e Primo Levi in uno scatto di Basso Cannarsa