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Intervista a Maria Luisa Bellotto Sandini

Dagli anni ’50 il design finlandese è presente nel vicentino grazie all’attività di Maria Luisa Bellotto Sandini. Un’imprenditrice di origini veneziane che, dopo essersi trasferita a Thiene negli anni ’40, sposa Mario Sandini con il quale avvia la sua attività commerciale di mobili moderni e nel 1957 inizia a vendere gli oggetti dei marchi finlandesi iittala, Arabia, Nutaijarvi e Artek.

Per i lettori di Cult Finlandia ho intervistato la signora Maria Luisa Belotto Sandini per conoscere di più la sua storia e le motivazioni della sua passione per il design finlandese.

A.C.: Quando è nata la tua passione per il design finlandese?
M.L.B.S.: Le mie origini Veneziane mi hanno trasmesso la passione del vetro. Fin da bambina collezionavo oggetti in vetro e curiosavo nelle fornaci a Murano. Purtroppo con la guerra e il trasferimento nel vicentino ho dovuto lasciare la mia raccolta.

Ho condiviso con mio marito Mario Sandini la passione per le cose “belle” e dal negozio della sua famiglia, negli anni ‘50 abbiamo iniziato il nostro percorso attraverso gli arredi e gli oggetti moderni. La parola design allora non esisteva: è stata importata successivamente.

Abbiamo cominciato a frequentare il Salone del Mobile di Milano e le mostre in Triennale, ci siamo avvicinati al design finlandese facendo conoscenza nel 1957 con il Sig. Lillo Mangano che, con Fin Form, in quegli anni importava i marchi finlandesi.

A.C.: Come mai hai deciso di collezionare oggetti di design finlandese?
M.L.B.S.: Ho iniziato a collezionare oggetti di design finlandese un po' per le differenze tecniche che hanno rispetto a quelli in vetro veneziano e un po' perché il design finlandese ha forme semplici e dinamiche che lasciano trasparire i paesaggi nordici.Per me e mio marito,   amanti della montagna e della natura, è stato facile comprendere la poesia che stava dentro le opere in vetro di Wirkkala, Sarpaneva e Aalto.

La collezione è nata dal desiderio di selezionare e metter da parte alcuni oggetti, che trattavo per lavoro, ed erano per me particolarmente significativi, senza la consapevolezza del collezionista/catalogatore.

Ancora oggi, a distanza di 50 anni, mi dà gioia guardare questi oggetti, ricordando i viaggi in Finlandia, e mettere in tavola ogni giorno quelle stoviglie, belle e funzionali oltre che di ottima qualità.

A.C.: Quali pezzi - icone del design finlandese conservi ancora?
M.L.B.S.: Conservo ancora nella mia casa a Thiene:
- La serie di vasi Savoy di Alvar Aalto, dal 1960 al 1986
- La serie di bottiglie e decanter Blu Pullo di Timo Sarpaneva del 1957
- Il Vaso Orchid, presentato alla Triennale di Milano del 1954, di Timo Sarpaneva
- Il piatto Glass Platter 3561 produzione 1967 di Tapio Wirkkala. Ispirato dalla natura dell’acqua, le bolle galleggiano nella massa vetrosa
- Serie Cantarelli progetto del 1946 di Tapio Wirkkala
- Casseruola in ghisa designer Timo Sarpaneva 1960.Oggetto di grande fascino, la serie di Casseruole in ghisa, materiale della tradizione nordica e l’innovazione formale espressa in particolare con il manico in legno curvo utile per alzare il coperchio o rimuovere la casseruola dal fuoco. La variante di colore rosso diventerà così famosa da rappresentare nel mondo l’icona del design finlandese assieme al vaso Savoy di Alvar Aalto.

A.C.: Cosa ti piace del design finlandese?
M.L.B.S.: Le idee base del design Scandinavo e del nord Europa, in definitiva di tutto il design degli anni del dopoguerra erano: la forma funzionale, la facile adattabilità alla produzione, il prezzo abbordabile e quindi la consapevolezza del valore sociale del design, insieme all’eleganza e alla leggerezza.

In particolare del design finlandese ci aveva colpito un’altra caratteristica: un rapporto con la natura che ha portato Tapio Perialinen a scrivere che la fonte del progetto “…è il rapporto con la natura, poi il tema del materiale e di un suo trattamento onesto e rispettoso. E la sua forma alla cui origine può essere il carattere del materiale naturale di per sé o una forma naturale o un fenomeno naturale”, e ha portato Alvar Aalto a sostituire le strutture in ferro con il legno, a costruire quel rapporto tutto particolare tra architettura e ambiente, a disegnare il mitico vaso “Savoy”, memoria del paesaggio, delle onde, dell’acqua. Questo “ingrediente” particolare dei progetti e, in fondo, di tutta cultura finlandese, è il “romanticismo” dovuto forse al periodo della formazione dell’identità nazionale.

Dalla fine della dominazione svedese con la creazione del Granducato autonomo di Finlandia nel 1809, al poema nazionale, il Kalevala, creato riunendo i canti tradizionali ormai quasi dimenticati, al grande romanzo popolare, “I sette fratelli”, fino alla musica di Sibelius, tutta la rinascita della coscienza nazionale finnica è basata sul romanticismo e quindi sul rapporto con la natura. Solo così si spiega il modo tutto particolare, tutto finlandese di trattare il vetro, legato un po’ all’acqua un po’ al ghiaccio che si scioglie in primavera. Ma spiega anche i tessuti che sembrano prati fioriti o pezzi di corteccia e i vassoi che paiono foglie e il design finlandese come risultato visibile di un modo di sentire non degli artisti me di tutto un popolo. Un'altra cosa che mi appassionava era il modo nuovo di allestire la tavola, più leggero ma non meno elegante, che era possibile con quei vetri, con le posate, con le stoviglie a volte bianche a volte colorate e di forma spesso così nuova.

Foto: Maria Luisa Bellotto Sandini nella sua casa a Thiene con i suoi oggetti di design finlandese