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Sessantesimo anniversario di Jouni Kaipainen

Il 24 novembre si commemora il sessantesimo anniversario di Jouni Kaipainen, grande compositore finlandese nato a Helsinki nel 1956 e morto prematuramente lo scorso anno a Tampere. Allievo di Aulis Sallinen (dal 1973 al 1976) e Paavo Heininen (dal 1976 al 1980) all'Accademia Sibelius, Kaipainen ha sviluppato uno stile musicale radicato nell'Espressionismo. All'inizio il suo linguaggio musicale aveva un carattere aspro, una scrittura post-seriale, tratti radicali che mostravano l'influenza di Bernd Alois Zimmermann, Pierre Boulez, Luciano Berio, come dimostrano i lavori vocali che lo fecero emergere negli anni Settanta - ad esempio le Quatro Canciones de García Lorca (1975) per baritono e pianoforte, Pitkän kesän poikki iltaan (1979) per soprano e ensemble, i dodecafonici Cinq poèmes de René Char (1980) per soprano e orchestra – o le composizioni strumentali pirotecniche, come Ladders to Fire (1979) per due pianoforti, pezzo sfaccettato, drammatico che include nuove tecniche esecutive (il pianoforte suonato direttamente sulle corde) e sezioni di tipo aleatorio.

Come Magnus Lindberg, Kaipainen è passato poi dall'acceso modernismo a un linguaggio più trasparente, armonicamente morbido, caratterizzato da un grande equilibrio formale, con elementi coloristici di derivazione francese (il compositore ha sempre professato la sua ammirazione per Claude Debussy, Maurice Ravel e Henri Dutilleux). Elementi molto evidenti nei Trois morceaux de l’aube «variazioni su un'idea dadaista di forma» (1981) per violoncello e pianoforte: i tre movimenti (Aprés minuit, Mirage, Avant midi) includono alcune citazioni, dal Lied «Ich bin der Welt abhanden gekommen» di Mahler e dall'Idillio di Sigfrido di Wagner, creando ancora un originale mix tra una cantabilità di tipo romantico e ritmi e sonorità di tipo avanguardistico.

Kaipainen ha cominciato ad esplorare nuove sonorità ma all'interno di strutture classiche, creando musiche dal carattere descrittivo, con un esplicito intento narrativo, con ampli sviluppi tematici, in un processo che lo stesso compositore ha definito di "Classicalizzazione", che diventò di fatto un'originale sintesi tra forma classica e una pulsione drammatica, sempre di carattere espressionistico.

Lo si nota nei numerosi lavori per strumento solo, cha hanno dei tratti quasi teatrali e una marcata gestualità, che trasforma il solista quasi in un personaggio sulla scena, come dimostrano Tenebrae (1991) per chitarra, Serenade: Full Moon, Lunatic Bassoon (1993) per fagotto, o i pezzi per fisarmonica, quali Gena (1987) e Placido (2005), dove si alternano fasce materiche e sonorità filiformi.

Kaipainen ha affrontato i generi classici della musica da camera, ad esempio nei cinque quartetti per archi e nei tre trii con pianoforte. Ha scritto molti lavori dal carattere descrittivo, come Far from Home (1981), Parcours (1983), Piping Down the Valleys Wild (1984), Tombeau de Rabelais (1987/95/98), Remours (1990). Alla fine degli anni Ottanta aveva anche cominciato a lavorare ad un'opera, Konstanzin ihme, rimasta però incompiuta. Tra i numerosi lavori corali vanno ricordati Lacrimosa (1989), Antiphona super «Alta Trinitá Beata» (1992) per coro di voci bianche e coro maschile, Jauchzet! (1993) per coro e orchestra, Matkalla (1995), Des Flusses Stimme (1996), Tyttöjä ja kuolemaa (2014) per coro maschile.

Direttore artistico della Biennale di Helsinki (dal 1991 al 1993), professore di Composizione all'Università di Tampere (dal 2000), attivo come giornalista e scrittore, Kaipainen ha composto quattro sinfonie tra loro molto diverse: la Prima (1985) con masse di glissati che ricordano Xenakis, la Seconda (1994) con una drammaturgia musicale del carattere romantico, con richiami a Gustav Mahler, Alban Berg, Karl Amadeus Hartmann, Henri Dutilleux, la Quarta «Commedia» (2012) concepita come un affresco sinfonico-corale, che chiama in causa anche baritono e soprano solisti, coro maschile e orchestra.

Kaipainen ha dato alla luce anche numerosi concerti per strumento solista e orchestra: l'energetico Concerto per clarinetto «Carpe diem!» (1990), il Concerto per oboe (1994), dal perfetto equilibrio neo-classico, poi i Concerti per pianoforte (1997) e per viola (1997), il Concerto per corno (2001), quelli per violoncello (2003), per tromba (2003), per fagotto (2005), per violino (2006), e il Concerto per trombone e orchestra «Life is…» (2014) che è stato eseguito al festival Art Factory di Porvoo, poco prima che un tumore lo portasse via, il 23 novembre 2015.