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La natura finlandese diventa Woodland negli scatti di Erika De Martino | Mestre, 2 – 28.2.2014



WOODLAND è il progetto fotografico dell'artista italiana Erika De Martino, da anni residente a Helsinki, presentato alla Libreria Feltrinelli di Mestre da domani e fino al 28 febbraio. De Martino si è aggiudicata recentemente il Premio Internazionale Massenzio Arte XVII e la scorsa estate il Premio Speciale “FotografArti alla Feltrinelli” nel corso di RicCAA13-Biennale Internazionale d'Arte, Design e Politiche di Sostenibilità Ambientale.


Scrive l'artista: "Il progetto WoodLand -fotografie b/n analogiche 35mm. e digitali - rappresenta una nuova fase nella mia ricerca sul paesaggio nordico e sulla sua percezione. La foresta finlandese è osservata nei suoi dettagli frammentati. Le parti suggeriscono il tutto, ma al contempo trascendono la natura dell'oggetto specifico fotografato. Le cortecce di betulla diventano vaste lande inesplorate, colline e dorsali, campi ed avvallamenti, crateri e rigagnoli, nuove vicissitudini geologiche. La scala del dettaglio si trasforma in scala territoriale. Attraverso la mia lente, la luce naturale disegna trame inaspettate, mappe che si intessono nella translucenza della tela contro le ampie vetrate. Le fotografie si integrano nell'architettura e l'architettura ne agevola la duplice lettura all'interno e all'esterno degli spazi espositivi. L'osservatore rimane avvolto e sospeso nell'astrazione di una natura strutturata, ma allo stesso tempo metamorfica."



Biografia

Erika De Martino (Padova, 1975) è architetto e fotografa, residente a Helsinki dal 2006. Oltre che in Finlandia, ha vissuto anche nel Regno Unito e in Spagna. Le sue competenze spaziano dallo sviluppo di progetti architettonici e di design, all'ideazione e realizzazione di progetti e installazioni fotografiche e di arte ambientale, con un approccio site-specific. Attraverso la fotografia, esplora le relazioni tra uomo/natura/architettura. Utilizzando supporti di stampa traslucenti o trasparenti -più raramente cartacei- esplora nuove dinamiche percettive del fruitore, che instaura con l'opera una relazione interattiva nello spazio. Nella stessa immagine coesistono diversi livelli visivi, che emergono e cambiano a seconda di chi guarda l'opera e di come essa viene osservata.