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Intervista allo scrittore Antti Tuuri, autore de Gli Alchimisti


di Marcello Ganassini
Nel 2017 la casa editrice Vocifuoriscena ha pubblicato Gli alchimisti I - Un amore terreno di Antti Tuuri, uno degli scrittori finlandesi più prolifici, apprezzati e tradotti: l’incredibile storia dell’alchimista e utopista swedenborghiano August Nordenskiöld e dei suoi esperimenti per fabbricare oro dall’oro e cambiare il corso dell’umanità.
In occasione della pubblicazione del capitolo conclusivo del dittico, Gli alchimisti II - Le nozze celesti, abbiamo intervistato l’autore cercando di capire come, attraverso la letteratura, è possibile trasformare una vicenda pressoché dimenticata dalla storia in un’intensa, attuale riflessione sul rapporto tra scienza ed etica.

Marcello Ganassini - Il nobile casato finno-svedese dei Nordenskiöld ha dato i natali a grandi uomini di scienza che hanno avuto ruoli rilevanti nella storia della Finlandia. Ciò nonostante, prima della pubblicazione del dittico Gli Alchimisti, nel suo paese questo nome era legato quasi esclusivamente all’esploratore artico Adolf Erik Nordenskiöld, nipote del fratello di August Nordenskiöld, protagonista dei due romanzi. Grazie a lei la figura dell’alchimista e utopista è stata restituita alla sua dimensione storica ed è ora all’attenzione del grande pubblico. Come è nata l’idea di raccontare le complesse vicende dell’alchimista finlandese e del suo giovane aiutante?
Antti Tuuri - Mi sono trovato tra le mani, per altri motivi, le opere di Swedenborg. In un saggio sui seguaci del mistico svedese l’autore, lo svedese Jan Häll, citava August Nordenskiöld. Quando ho scoperto che Bergklint, l’aiutante di Nordenskiöld, era un agrimensore come mio padre, l’argomento mi ha subito entusiasmato.

M.G. - Le due figure principali dei romanzi riflettono caratteri specifici e contraddittori del popolo finlandese: una devozione determinata e razionale (Carl Bergklint) e una sorta di edonismo utopistico (August Nordenskiöld). Nel dizionario finlandese c’è una parola difficilmente traducibile in altre lingue, sisu: carattere proprio di un temperamento virtuosamente ostinato. Che ruolo ha avuto il sisu finlandese nell’impresa alchemica?
A.T. - Quantomeno all’inizio della vicenda, entrambi gli alchimisti erano dominati da una fede irremovibile nella possibilità di generare l’oro con il procedimento messo a punto da Nordenskiöld. Forse, tra i due, Carl Bergklint è stato l’espressione maggiore del sisu finlandese.

M.G. - L’io narrante dei romanzi, l’agrimensore Carl, adottato dai Nordenskiöld e cresciuto nella tenuta di Frugård, può essere considerato un esponente di una matura coscienza occidentale imperniata sul razionalismo e su un approccio epistemologico determinista. La terra promessa di August era l’Inghilterra, paese nel quale, all’epoca,i paradigmi dell’empirismo e del naturalismo di Hume erano riconosciuti e consolidati. Entrambi gli alchimisti erano seguaci di Swedenborg, come del resto gran parte del mondo intellettuale dell’Europa settentrionale. Le radici del moderno positivismo affondano in un secolo nel quale, presso il regno di Svezia come altrove, esperienza spirituale e conoscenza della realtà oggettiva erano concetti ancora strettamente legati tra loro. Cosa ha significato, nel secolo dei lumi, l’ermetismo e lo spiritismo per lo sviluppo della scienza?
A.T. - Per i due alchimisti il punto di partenza nel percorso verso la Pietra Filosofale erala Tabula Smaragdina di Ermete Trismegisto; gli studi degli alchimisti in quell’epoca feconda gettarono le fondamenta della chimica moderna. Per quanto concerne la mia opinione lo spiritismo, il cui scopo era dimostrare la possibilità di evocare nella materia entità sovrasensibili, non ha costituito alcun passo in avanti nello sviluppo della scienza.

M.G. - Ne Gli Alchimisti si parla anche di percezione sensoriale negli stati di veglia e sonno, di esperienza trascendente e immanente in luoghi che vanno dal talamo di una sposa idealizzata al lenzuolo di una concubina; potremmo affermare che, fondamentalmente, siamo di fronte a una storia d’amore a due direzioni. Nella Sveziagustaviana la morale sessuale era largamente influenzata da un testo di Swedenborg, il Deliciae Sapientiae De Amore Conjugali. Nel mondo di oggi c’è ancora spazio per concetti quali nozze celesti e amore terreno?
A.T. - La nostra contemporaneità è talmente laica da non concedere alcuno spazio a concetti quali nozze celesti che, pur tuttavia, rivestivano un significato. Chissà mai dov’è finito …

M.G. - La visione del mondo nei circoli esoterici della corte di Svezia era influenzata soprattutto dalla dottrina swedenborghiana. Alcune autorevoli figure citate nei romanzi, l’alchimista e utopista Magnus Otto Nordenberg e il mistico rosacruciano Gustav Björnram, sono eminenti figli della Finlandia. Nella religione tradizionale balto-finnica si curavano malattie pronunciando sortilegi e si operava la trasformazione della materia attraverso le così dette syntysanat, strofe sulle origini degli elementi. C’è nella cultura del suo paese un rapporto particolare tra fenomeno e metafisica?
A.T. - In Finlandia vi è sempre stata una polarizzazione tra due forme di conoscenza, quella diurna e quella notturna. La tesi di laurea di Elias Lönnrot concerneva la prassimagica della taumaturgia finnica, attinente appunto alla sapienza notturna. Fino a tempi recenti si riteneva esistessero taumaturghi (verenseisauttajat, ”occlusori del sangue”) in grado, attraverso il pronunciamento di formule magiche, di arrestare l’emorragia di una ferita.

M.G. - Nei romanzi questa “conoscenza notturna” acquista un particolare valore etico. L’obiettivo dell’impresa alchemica di August era far crollare il prezzo dell’oro, liberando così l’umanità dalle catene del denaro. L’intenzione del re e del barone Munk, al contrario, era arricchire il regno e arrecare un colpo letale all’impero russo che, da Oriente, minacciava la corona svedese. I fermenti politici della Francia riecheggiavano fino alla Svezia già prima della rivoluzione. Quanto il socialismo embrionale di Nordenskiöld era in sintononia con gli umori dell’epoca?
A.T. - August alla fine scappò in Africa dove intendeva fondare la colonia della Nuova Svezia. I criteri fondativi dell’utopia erano messi per iscritto fin nei dettagli, vi era perfino il piano regolatore per la capitale della Nuova Svezia, progetti particolareggiati di abitazioni, opifici e altre strutture. Più che embrionale, la comunità utopistica che immaginava era ispirata direttamente dalla sfera celeste. Era una società gerarchica.

M.G. - In molti suoi romanzi (tra gli altri Nuova Gerusalemme, la serie de La schiatta di mia madre, Inarrestabili, I ragazzi del tango) ha descritto con fedeltà e maestria il destino degli immigrati finlandesi in America e altrove. Come ha ricordato, al termine della sua breve vita Augut Nordenskiöld si trasferì in Sierra Leone per realizzare il suo sogno utopistico di ispirazione swedenborghiana. Cent’anni dopo un teosofo finlandese, Matti Kurikka, aspirò anch’egli all’Alta Vetta fondando una comunità ideale nei pressi dell’isola di Vancouver. Potremmo ancora citare le comunità di Colonia Finlandesa in Argentina (1906) e Penedo in Brasile (1939). Nella storia finlandese la faticosa costruzione dell’identità nazionale ha dovuto fare i conti con la tenaglia delle due corone alle quali il paese si è sottomesso; forse proprioper questo i finlandesi hanno tentato di dare corpo alle proprie ideologie utopistiche lontano dalla loro patria. I suoi conterranei stanno ancora cercando un luogo dove fondare la Nuova Gerusalemme?
A.T. - La Finlandia è oggi considerata uno dei luoghi con i più alti standards di vita e i finlandesi sono spesso citati nel novero dei popoli più felici. Forse la Nuova Gerusalemme immaginata e progettata dagli utopisti c’è già ed è qui.

M.G. - Dopo la prima guerra mondiale il chimico tedesco e premio Nobel Fritz Haber tentò invano di sviluppare un procedimento per separare l’oro dall’acqua marina; ancora una volta l’obiettivo dei committenti, finanziare la ricostruzione della Germania dilaniata dalla guerra, non era in sintonia con le istanze utopistiche dello scienziato. L’acqua dei mari e degli oceani contiene in media mezzo milligrammo d’oro per ogni tonnellata, la quantità complessiva potrebbe aggirarsi attorno a duecentosettanta tonnellate d’oro ovvero 1.576 volte più del metallo estratto nel mondo dall’età del bronzo ai giorni nostri. La tecnologia attuale non sembra in grado di separare dall’acqua marina l’oro da sempre ambito e nemmeno la plastica dannosa per l’ambiente. Le nostre capacità scientifiche sono ancora troppo acerbe per raggiungere gli obiettivi etici che la società si sta ponendo?
A.T. - I progressi della tecnologia sono talmente eccellenti che siamo riusciti a formare la grande chiazza di immondizie del Pacifico e a compromettere la natura in molti altri modi. Il problema non è la tecnica ma l’avidità che ha oramai conquistato il mondo.

M.G. - Con quale strumento scrive e ha scritto gli oltre quaranta libri che impreziosisconola letteratura finlandese?
A.T. - Per la prosa uso una macchina da scrivere, marca Bijou. Prodotta in Germania negli anni ‘20, la tastiera è più leggera di quella di un portatile. Possiedo altre macchine da scrivere, una Hermes, una Adler e una Erika. Da qualche parte dovrei avere anche una Triumph. Uso il computer solo per testi che devono essere corretti immediatamente. Oltre alle macchine da scrivere ho in casa anche parecchi esemplaridi computer, alcuni troppo vecchi per essere utilizzati e un paio di modelli più recenti. Al contrario di quegli apparecchi, le macchine da scrivere non invecchiano e la stampante è sempre connessa.

Foto di Marcello Ganassini:

1: Tenuta di Frugård, oggi Alikartano presso Mäntsälä, proprietà della nobile famiglia Nordenskiöld dal 1709 al 1912. L’attuale corpo centrale fu progettato e fatto erigere nel 1805 da Adolf Gustav Nordenskiöld (1745 – 1821), primogenito di Carl Fredrik Nordenberg e fratello di August Nordenskiöld.

2: Interno, sala centrale, esempio rarissimi di tipologia civile a tribuna(finlandese lehteri). Dietro il lampadario fa capolino un ritratto di Giuseppe Garibaldi, parte delle stampe possedute da Nils Otto Nordenskiöld.