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In questa vita la cosa più seria è la morte; ma neanche quella più di tanto


Il titolo del post è una citazione tratta dal romanzo Piccoli suicidi tra amici. Ma anche l'incipit de Il figlio del dio tuono mi piaceva molto per questo piccolo omaggio ad Arto Paasilinna:

Il cielo dei Finnici è un immenso coperchio trapunto di stelle, posato sul perno del mondo, con la stella polare allo zenit. Là regnano i loro dèi e gli spiriti, là abitano i Finnici buoni morti da tempo.

Arto Paasilinna: 20 aprile 1942-15 ottobre 2018

Lunedì scorso, 15 ottobre, si è spento lo scrittore finlandese Arto Paasilinna, tradotto in più di 40 lingue e conosciuto a livello internazionale come il creatore del genere "umoristico-ecologico" inaugurato con il suo best-seller L'anno della lepre che solo qui in Italia ha venduto più di 120 mila copie ed è sempre tra i libri più venduti nella classifica della casa editrice Iperborea.
Sono 17 i libri di Paasilinna tradotti in italiano, pubblicati tutti da Iperborea. Emilia l'elefante è l'ultimo romanzo tradotto in italiano, uscito lo scorso febbraio.

Vi lascio alla lettura dell'incipit del romanzo Il figlio del dio tuono (Iperborea, 1998)

Il cielo dei Finnici è un immenso coperchio trapunto di stelle, posato sul perno del mondo, con la stella polare allo zenit. Là regnano i loro dèi e gli spiriti, là abitano i Finnici buoni morti da tempo. Il potere supremo è esercitato da Ukko Ylijumala, detto dio del Tuono.
Il cielo dei Finnici è molto più vecchio del resto del mondo e i loro dèi lo sono ancor più. Non ce ne sono di più antichi. Il dio del Tuono, il più antico di tutti, era già quasi vecchio come oggi quando niente ancora era stato creato e nessun altro dio era nato. Oltre ad essere il più vecchio, è anche il più severo e il più potente. E’ il migliore.

A volte, d’estate, il dio del Tuono ordina di decorare la volta celeste con l’arcobaleno, mentre per le feste d’inverno la fa tappezzare di luminose aurore boreali. Il Vecchio può far tremare la Terra, scatenare uragani e provocare diluvi, fare eruttare lava incandescente dai vulcani, precipitare meteoriti luminose sulla crosta terrestre, deviare l’orbita dei satelliti e oscurare la luna o il sole. Con i tuoni e i lampi manda messaggi sulla Terra. Gli uomini, allora, temono per la loro vita.
I morti finnici che durante la vita hanno commesso peccati mortali vengono mandati all’inferno, in Horna. Là, Lempo e Turia li mettono a bollire per purificarli dal sangue infetto. Se sopravvivono, possono discendere su una zattera l’infuocato fiume di Tuonela e le sue numerose, ribollenti rapide fino a Tuonela o Manala.

Per chi cade dalla zattera nelle acque bollenti non c’è più salvezza. Il cane di Tuonela tira il povero corpo sulla riva e lo divora, e solo le ossa sbiancate abbandonate sulla sabbia restano a testimoniare la sua misera fine.
Un tempo, quando il mondo era abitato soltanto dai Finnici e non esistevano altri popoli, il dio del Tuono regnava su tutti gli esseri viventi della terra e del cielo. Era il re del Firmamento, signore delle acque e della terra. Ed era cosa buona. Ma i tempi cambiano sia nel cielo che sulla terra. Oggi ci sono nel mondo migliaia di popoli e di razze, di nuove religioni e milioni di dèi. I Finnici, il loro cielo e i loro dèi non sono che un’infima parte di questo gigantesco cosmo.

La cosa peggiore è che il popolo finnico non adora più i suoi dèi, non sacrifica più alle sue divinità. Si è convertito al cristianesimo, ha rinnegato la propria religione. Molti non sanno neppure che il loro pantheon esiste ancora. In Finlandia, gli adoratori degli antichi dèi non sono più di cinquecento, e nessuno di loro osa professare apertamente la propria fede temendo di andare incontro a seri dispiaceri.
Se un Finnico, oggi, invoca il dio del Tuono, può essere accusato d’idolatria o di oltraggio al Dio dei cristiani. Perde il suo impiego, rischia il manicomio o la prigione, figli e moglie vengono messi alla berlina ed esclusi dalla società.

 

L'articolo del Corriere.it su Arto Paasilinna uscito il 16 ottobre.