« Indietro

I primi tre giorni di Caffè Helsinki: quando il virtuale diventa reale e il reale supera l’immaginario



Reale.

Reale è il palazzo dove si è svolta l'inaugurazione di Caffè Helsinki - precisamente la Sala delle Otto Colonne - lunedì scorso 26 maggio, in una sala gremita fino all'inverosimile. Reale è stata l'inimmaginabile coincidenza di avere quella stessa sera uno dei direttori d'orchestra più famosi al mondo - Esa-Pekka Salonen - a dirigere l'orchestra della Scala di Milano e l'acclamato pianista Lang Lang in Piazza Duomo, a coronamento dell'apertura ufficiale di Caffè Helsinki.



Reale è stata anche la pioggia che, fortunatamente solo per pochi minuti, ha accompagnato l'inizio del concerto regalando così a noi, finlandesi e non, una atmosfera ancor più scandinava....o forse sono io che vedo un po' di Finlandia ovunque. Ma in questi giorni la Finlandia era veramente ed effettivamente in ogni angolo di Milano.




Ma andiamo per ordine: a Palazzo Reale, nella serata inaugurale, Rosa Liksom è stata la prima prestigiosa ospite del Festival ed ha dialogato con Luciana Castellina sul tema "Nord Sud Est Ovest. Uno sguardo europeo sulla Transiberiana".

Un meraviglioso incrocio e condivisione di esperienze vissute da due donne formidabili che in epoche diverse hanno viaggiato più volte in Unione Sovietica e percorso la Transiberiana, la Liksom nel 1986 e la Castellina nel 2011. Entrambe hanno scritto un libro ispirandosi a quel viaggio in treno: Scompartimento n.6 (Iperborea, 2014) è il romanzo della Liksom - finalista al Premio Strega Europeo 2014 che verrà assegnato a Roma il prossimo 3 luglio - mentre Siberiana (Nottetempo, 2012) è l'opera della Castellina, una profonda riflessione sulla Russia e l'Unione Sovietica. Si, perché "il treno è la Transiberiana e l'URSS è il paese dell'impensato e dell'impensabile".

La conferenza si conclude con una proposta di viaggio:

Luciana Castellina: "Mi piacerebbe andare con la Liksom in Transiberiana...quasi, quasi glielo propongo..."

Rosa Liksom: "È proprio il caso di partire".



Magistrale, come sempre, la traduzione simultanea di Delfina Sessa, che ha reso fluide e comprensibili, quindi reali, le riflessioni della Liksom a chi come me, non può cogliere a pieno - mettiamola così - tutte le sfumature della lingua finlandese...



Anche il secondo giorno di Caffè Helsinki è stato fitto di appuntamenti: alle 13,00 alla Libreria Gogol & Company si è svolto un incontro che vedeva protagonisti Nicola Rainò - uno dei maggiori traduttori italiani di scrittori finlandesi, nonché esperto di cultura finlandese in generale e di letteratura in particolare - che ha dialogato con i fratelli Aleksi e Tuoko Siltala, fondatori dell'omonima editrice. Per intenderci è una casa editrice indipendente - la migliore di Helsinki - che pubblica, per citarne alcuni, scrittori come Kari Hotakainen, Leena Lander e Tuomas Kyrö e da cui Iperborea, per nostra fortuna, attinge spesso e volentieri.



La conversazione, all'aperto, è stata piacevolissima:

Il titolo dell'incontro - "Assaggi di Finlandia" - non poteva essere più azzeccato in quanto c'erano assaggi di cibo finlandese e assaggi - non meno reali - di letteratura finlandese. Cibo per il corpo e per lo spirito, quindi, che per quanto riguarda il secondo si è concretizzato in suggerimenti di preziosissimi libri da non perdere "che ci salveranno (dal)la vita".

Nicola Rainò ne ha consigliati tre - "spero abbiate la grande fortuna di non averli ancora letti", ci ha detto - che sono:



Mika Waltari - Gli amanti di Bisanzio, in imminente uscita per Iperborea

Timo Mukka - La terra è un canto blasfemo, di difficile reperibilità

Arto Paasilinna - Piccoli suicidi tra amici (Iperborea,2006)



È la volta poi di uno dei fratelli Siltala - scuserete il fatto che non ricordo quale dei due fosse, se Aleksi o Tuoko - che ha scelto di parlarci di Kari Hotakainen e del suo romanzo Un pezzo d'uomo, che la Siltala Editors ha pubblicato in Finlandia nel 2006 e Iperborea in Italia nel 2013. "È un libro bellissimo che in patria ha avuto un grandissimo successo: per un certo verso" dice Siltala, "è un libro molto triste e commovente ma allo stesso tempo ti ammazzi dal ridere, anche se non è assolutamente un libro umoristico. Per Hotakainen, infatti, lo humour è un effetto collaterale della serietà"...
Ha parlato anche della raffinatezza della scrittura di Hotakainen dove "ogni frase è quasi un aforisma a sé". Forse non tutti sanno, infatti, che Kari nasce come poeta: assaggi dei suoi versi si possono scovare anche su internet grazie a Crocetti Editore.



L'intervento dell'altro fratello Siltala ha avuto come protagonista Arto Paasilinna e ha elencato tre ragioni a sostegno della scelta:
1. Ha avuto un impatto molto forte nella sua vita di editore

2. Il grandissimo successo di Paasilinna all'estero, come dimostrano anche le straordinarie vendite dei suoi libri in Italia tutti editi da Iperborea

3. il fatto che in patria Arto non sia stato mai accolto nei "canoni della letteratura", ma al contrario sia sempre stato snobbato dalla critica.



Arto Paasilinna nasce in Lapponia da una famiglia di agricoltori: "una famiglia di agricoltori nel circolo polare artico!...erano poveri ma tutti i figli erano intelligenti e pieni di talento". Arto quindi non ebbe possibilità di studiare, ma con la sua spiccata intelligenza divenne prima giornalista (autodidatta) poi negli anni '70 inizia a scrivere romanzi e dal 1974, a seguito del grande successo de L'anno della lepre (Iperborea, 1994), si dedica esclusivamente alla scrittura di romanzi.



L'incontro tra Siltala e Paasilinna avviene nel 1986 (mentre la Liksom viaggiava sulla Transiberiana!): "Quest'incontro fu importante per me, ovviamente, che all'epoca avevo solo venticinque anni ma non per Arto che era già un grande autore di successo", dice Siltala. "Oltretutto avevo un master in letteratura, venivo da Helsinki e appartenevo alla upper class, tre ragioni più che sufficienti per essere considerato da Paasilinna una persona alienata che non capiva niente del mondo.[...] Dopo dieci anni sono diventato direttore della casa editrice e ci è voluto molto tempo per raggiungere un buon rapporto di lavoro con Arto. È stato divertente lavorare con lui: le promesse sono sempre state rispettate e le scadenze anticipate. Parla chiaro: non hai mai il dubbio se ti stia dicendo la verità o meno.

Con Paasilinna è stato come prendere una laurea in editoria".



Ore 19,00: la location è il bellissimo Spazio Altea+Galleria Nicola Quadri. L'appuntamento è con Katja Kettu che, insieme a Nicola Rainò e Luca Scarlini parla del suo ultimo libro L'amore nel vento, fresco di stampa per la Salani Editore.



Il direttore editoriale della casa editrice, Mariagrazia Mazzitelli, me lo ha gentilmente regalato, ma ho avuto solo il tempo di dare un rapido sguardo alle prime pagine: siamo in Finlandia, precisamente nella Lapponia del 1944, in quel periodo che comincia ad essere definito l' "Estate del Terrore". La storia è quella di una levatrice che si innamora di un ufficiale delle SS. Kätilö è il titolo originale del libro e si traduce appunto in levatrice. Katja Kettu racconta di essersi ispirata alla figura della nonna, realmente al fronte durante quella guerra come infermiera. Non una infermiera vera e propria ma una specie di "maga" bravissima nell'uso di erbe medicinali, "una professione" dice la Kettu "che rimane nell'ambito della famiglia e che viene tramandata di generazione in generazione". La protagonista non ha un nome proprio: viene chiamata "Sorella" dai tedeschi, "Malocchio" da Johannes - il protagonista maschile - "Guercina".... Katja ci spiega che "in Finlandia è molto radicata la credenza secondo la quale dietro ogni nome si cela un significato recondito, un potere nascosto nel nome". Pare però che la protagonista della versione cinematografica del libro - che già stanno girando e che uscirà nel 2015 - un nome ce l'abbia, ma ancora non ci è dato sapere quale sia... una primizia, però la Kettu ce la svela ed è che il finale del film è diverso da quello del libro. Non rimane altro da fare che leggerlo, scoprirne il finale e immaginare poi quello del film, aspettando il 2015.



E arriviamo così al mio terzo e ultimo giorno di permanenza a Milano: la giornata era fittissima di eventi, alcuni erano addirittura in contemporanea e avrei voluto tanto avere il dono dell'ubiquità.



Accenno brevemente alla mostra - bellissima - alla Biblioteca Sormani curata da Luca Scarlini dal titolo "Pagine di neve, pagine di fuoco: la letteratura finlandese in Italia". Non mi dilungo in descrizioni ma non avevo mai visto tanti libri di autori finlandesi messi insieme: tutti volumi in traduzione italiana di proprietà della Biblioteca di Milano. Bellissimi ingrandimenti delle copertine di Iperborea impreziosiscono la mostra, occupata dalle teche con i libri su tre lati. Sulla quarta parete, ingrandimenti di illustrazioni del Kalevala e, last but not least, alcuni disegni dei mitici Moomin di Tove Jansson.



Alle 18,00 nella sala del Grechetto al primo piano della Biblioteca Sormani, abbiamo ascoltato la conferenza dal titolo "Tutto quello che credete di sapere sulla letteratura finlandese è falso" tenuta da Nicola Rainò. Nella fiduciosa speranza che Nicola pubblichi qualcosa a riguardo sul suo sito LaRondine.fi, dico soltanto che abbiamo assistito ad un appassionato monologo per sfatare i luoghi comuni attraverso cui la Finlandia è presentata agli italiani.



Rainò ha terminato la sua confererenza alle 18,50, ma la Cascina Cuccagna dove si teneva l'evento successivo con inizio alle 19,00 non era proprio dietro l'angolo...e così, in piedi - la sala era stracolma - mi sono goduta la bellissima chiacchierata tra (e di) Kari Hotakainen, Tuomas Kyrö e Marco Rossari dal titolo "Molto più di una freddura! L'umorismo finlandese".



Non è facile raccontare quest'ultimo incontro di Caffè Helsinki: gli sguardi, i lunghi silenzi, i tipici "sospiri" finlandesi dopo una domanda, il pubblico che ride, l'atmosfera, insomma, è difficile da descrivere...

Tuomas Kyrö ha parlato de L'anno del coniglio (Iperborea, 2013): dice che l'Idea del libro gli è venuta nel 2009 quando a Helsinki ci furono due grandi problemi sociali e ai telegiornali non si parlava di altro: "Erano arrivati otto rumeni in città e poi anche centotredici conigli che mangiavano le radici degli alberi". Il pubblico ride. "Ho voluto essere divertente perché il tema era così serio; all'epoca avevo una visione così libera dell'Europa: se la Nokia poteva avere una fabbrica in Romania perché otto mendicanti rumeni non potevano venire in Finlandia? Ero molto infastidito..."

Nel libro di Tuomas viene costituito un partito populista: "In realtà non mi sono ispirato a nessun partito populista reale finlandese. Il partito populista del libro è fondato per trovare degli amici e non come succede nella realtà per trovare dei nemici. Qualcosa all'opposto di Mussolini, Putin e più vicina a Gandhi e Gesù.
Naturalmente scherzo ma quello che mi piace della letteratura è creare dei mondi alternativi ... Più belli. [...] Non ho una visione politica. Il mio humour è un modo di vedere la vita: non rido quando scrivo, e se rido rileggendo, allora cancello quelle parole. È così nella vita, a volte piangi a volte ridi".



Con Kari Hotakainen si parla dei suoi libri Via della trincea (Iperborea, 2009) e Colpi al cuore(Iperborea, 2006): alla domanda se i suoi personaggi siano tutti dei looser, dei perdenti risponde "Non credo che i miei personaggi siano sfigati, ma matti con un desiderio normale, come quello di comprare una casa o di sposarsi. Vogliono qualcosa che non riescono a trovare. I miei libri sono molto seri, quindi se risultano divertenti mi dispiace molto".Parlando di Un pezzo di uomo (Iperborea, 2012) e di Salme, la protagonista, dice: "Salme è mia madre, mio padre, centinaia di altre persone che conosco. Nei miei libri c'è sempre l'immaginario ma mi posso anche ispirare a Petri Tuomi-Nikula (l'Ambasciatore della Finlandia seduto in prima fila). Quello che conta è la vita o la vita nei suoi diversi significati. [...] La finzione è ciò che poi gli altri scrivono sulla tua vita".



Si torna a Tuomas Kyrö:
Marco Rossari chiede se ha visto il film con Peter Sellers "Oltre il giardino": "Conosco il film e il libro e mi hanno molto influenzato. Prendi Bush, ad esempio, è diventato presidente...e io adesso...non sono intelligente ma mi ritrovo ora nell'intervista più assurda della mia vita....In fondo è questo che siamo, dei piccoli uomini...Siamo solo uomini... Spero..."



Termina così questo indimenticabile incontro con due grandissimi scrittori finlandesi. Era l'ultimo evento di Caffè Helsinki a cui partecipavo.

Ma ancora un ultimo dettaglio:

Sono le 20,30 ed è tutto pronto per la cena finlandese al piano di sotto.

L'ambasciatore, prendendo il microfono, cerca di insegnare ai presenti qualche parola di finlandese...tutto bene fino a Kiitos e Hyvää päivää, ma il Hyvää ruokahalua getta nello sconforto più totale la maggior parte degli astanti... Mangeremo lo stesso...e di gusto.




Il Menu recita:

Tartar di spigola con aneto

Ravioli ripieni di carne di renna

Salmone affumicato con spugnola e verdure primaverili

Torta al rabarbaro



Sono vegetariana, dovrò saltare i ravioli...per un attimo vacillo nella mia convinzione animalista, ma non mi faccio corrompere da questi pensieri carnali, nel senso letterale del termine...Vacillo perché ho avuto già modo di assaggiare i piatti dello Chef finlandese Kimmo Kettunen. Quindi posso solo immaginare a quale prelibatezza rinuncio. Kimmo non si smentisce: la cena era ottima.



Concludo riallacciandomi al titolo di questo resoconto, il virtuale, il reale, l'immaginario... La realtà di questi primi tre giorni di Caffè Helsinki ha superato come spesso accade l'immaginario...e di gran lunga: il Festival ancora virtuale che per settimane avevo immaginato leggendo i comunicati stampa e le tante mail è stato molto, molto di più di quanto mi aspettavo. In più molte persone, per me fino a ieri solo virtuali, sono diventate reali:



Reale è diventata per me Emilia Lodigiani la fondatrice della casa editrice Iperborea: una persona di una incredibile eleganza, a cui, nonostante le tante mail, non avevo ancora av
uto il piacere di stringere la mano. È sicuramente grazie a lei e a tutto il suo incredibile staff che abbiamo potuto partecipare a questo grande evento che è Caffè Helsinki. Personalmente un grazie speciale va a Cristina Gerosa, infaticabile editor e ufficio stampa di Iperborea che con la sua cordialità mi ha fatto sentire a casa anche in luoghi che varcavo per la prima volta. Molti angoli di Milano erano dei veri e propri angoli di Finlandia. Dove io mi sento a casa. Sempre. Nel reale come nell'immaginario.



Carla Santoro




Tutte le foto utilizzate sono tratte dalla pagina Facebook di
Caffè Helsinki