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Sibelius, il Kalevala e l’Età dell’oro dell’arte finlandese



Quest'anno, in tutto il mondo, si è celebrato e si continua a celebrare il 150° anniversario della nascita di Jean Sibelius. Domani, 8 dicembre, è proprio il giorno in cui a Hämeenlinna nasceva nel 1865 il grande compositore.

Anche noi della sezione Letteratura desideravamo rendere omaggio a Sibelius: abbiamo quindi invitato la prof.ssa Viola Parente-Čapková a scrivere una nota per Cultfinlandia.



Ringraziamo Viola per questo suo regalo e per la sua consueta disponibilità.

Buona Lettura!





Sibelius, il Kalevala e l'Età dell'oro dell'arte finlandese



In uno dei dipinti più famosi della cosiddetta Età dell’oro dell’arte finlandese, vale a dire l'arte prodotta da artisti finlandesi nel periodo a cavallo del XIX e XX secolo, vediamo alcuni uomini seduti intorno al tavolo. Quello più a sinistra è l'artista stesso, Akseli Gallén-Kallela, quello più a destra si suppone sia il compositore Jean Sibelius. Ci sono varie versioni del dipinto in questione, intitolato "Problema" ("Probleemi") o anche "Symposium". Quest'ultimo allude al “circolo Symposium” di artisti, del quale fecero parte oltre a Sibelius anche, appunto, lo stesso Gallén-Kallela, il conduttore e compositore Robert Kajanus e, tra gli altri, anche la figura letteraria più presente e canonizzata del fin de siècle finlandese, il poeta, prosatore e drammaturgo Eino Leino. Il circolo si riuniva all’Hotel Kämp, al centro di Helsinki, intorno alla metà del 1890 (più precisamente, 1892-1897), e i suoi membri discutevano animatamente di arte, filosofia, e della necessità di trovare un contrappeso al decadimento e alla decadenza, mostrando interesse per varie tradizioni mistiche, religiose, filosofiche ed estetiche.



La composizione "multiartistica" del circolo lascia intendere come le arti di fin de siècle fossero interconnesse, caratteristica questa espressa sul piano estetico dal tropo della sinestesia, uno dei tropi chiave dell’arte del periodo, che sottintende la mescolanza di vari input sensoriali. Sibelius stesso fu, secondo i suoi biografi, una persona sinestetica, per la quale esisteva una connessione misteriosa tra suono e colore, tra le percezioni dell'occhio e dell'orecchio. Per gli studiosi di estetica di fine secolo, la musica era la più alta forma d'arte, la condizione alla quale tutte le altre arti dovrebbero aspirare, come sosteneva l’inglese Walter Pater, ai cui concetti molti altri si richiamarono.



Come altrove in Europa, molte opere d'arte dei membri del circolo Symposium trassero ispirazione dallo stesso mélange di tendenze provenienti dai centri culturali europei (in particolare simbolismo, decadentismo, nietzscheanismo) e dal patrimonio popolare locale, che in Finlandia fu sfruttato al servizio del movimento nazionale durante il periodo romantico nella prima metà del XIX secolo. I frammenti della poesia popolare, raccolti dallo studioso-patriota Elias Lönnrot soprattutto nelle regioni orientali della Finlandia, furono pubblicati sotto il nome di Kalevala (1° versione 1835, 2° versione estesa 1849); quest’opera, definita "poema epico nazionale", doveva fornire ai finlandesi un passato mitico. Alla fine del XIX secolo, assistiamo al culmine del movimento nazionale, sollecitato sia dalla situazione politica in Finlandia (a quei tempi sotto il dominio russo), sia da tendenze analoghe nel resto d'Europa. Il “rinascimento kalevaliano” di fin de siècle dette vita a un gran numero di opere d'arte, letterarie, musicali e visive. Akseli Gallén-Kallela creò nelle sue opere immagini kalevaliane di fin de siècle, Eino Leino trasformò la tradizione orale del folklore finlandese in una elegante forma poetica, sviluppando sia le caratteristiche tematiche sia quelle formali dell’antica poesia popolare (l’uso del tetrametro trocaico, le figure del parallelismo e dell’allitterazione), e Jean Sibelius creò il mondo del passato mitico finlandese in campo musicale, diventando un elemento concatenante fra il mondo musicale antico e quello moderno.

Il Kalevala è, tuttavia, un prodotto secondario rispetto al materiale folklorico, ed è composto nello spirito degli interessi estetici e ideologici del XIX secolo. Ad ogni modo, un numero consistente di artisti dell’epoca ebbero la possibilità di ascoltare dal vivo le esibizioni dell’autentica poesia popolare cantata (i frammenti che componevano il Kalevala), e tra questo vi furono anche Sibelius ed Eino Leino. Prima della fine della decade 1890, si andò sviluppando tra gli artisti quella che possiamo definire quasi una moda: i viaggi in Carelia, una remota regione al confine russo-finlandese, dove la tradizione popolare era ancora viva. Sibelius fu fortunato ad avere come insegnante un raccoglitore di canti popolari (Arvid Genetz), oltre che a poter ascoltare, proprio all'inizio del 1890, le esibizioni dei leggendari cantanti della tradizione orale, quali Larin Paraske e Petri Shemeikka, "scoperti" appunto dai suddetti raccoglitori. Paraske e Shemeikka cantavano in modo tradizionale, in pentacordo minore, tipico delle antiche melodie popolari, da cui Sibelius rimase affascinato.



Per Sibelius, la musica folkloristica finlandese, i ritmi, i temi, i motivi e le trame del Kalevala funsero da materiale per un nuovo tipo di musica. La prima notevole opera di Sibelius a descrivere il mondo del Kalevala fu la sinfonia corale Kullervo (1892), che prende il nome dall'eroe tragico, così come creato dall'autore del Kalevala, Lönnrot, servendosi di vari personaggi che apparivano nei frammenti originali della tradizione folkloristica. Kullervo fu d’ispirazione per gli artisti di fin de siècle soprattutto per il suo spirito ribelle quasi nietzscheano, nonché per la sua storia tragica con il motivo dell’incesto e la drammatica fine, culminata nel suicidio. Il tentativo di Sibelius di rendere la storia di Kullervo in musica da orchestra non fu accolto con particolare entusiasmo, e venne etichettato come incomprensibile, eccessivamente lungo, monotono e noioso. Maggior successo, invece, riscosse l’opera corale Venematka (Il viaggio in barca di Väinämöinen, 1893), che fa riferimento ad uno degli eroi principali del Kalevala. La figura di Väinämöinen, conosciuta dai frammenti autentici della poesia popolare finlandese, fu adattata da Lönnrot e trasformata in una figura di vecchio saggio, uno sciamano-cantore, versione finlandese di Orfeo. Väinämöinen era in grado di ammaliare ogni creatura vivente con il suo modo magico di suonare il kantele, uno strumento da lui stesso fabbricato usando la mascella di un luccio, e che, grazie all'approccio di mitizzazione del Kalevala, diventò lo strumento nazionale finlandese. Sibelius ebbe la possibilità di ascoltare i suonatori careliani di kantele, ad esempio Teppana Jänis; come sottolineano i musicologi, Sibelius non solo scrisse diverse musiche per kantele, ma il suo fascino per lo strumento si evidenzia anche nelle sue prime composizioni per pianoforte.



Vänämöinen sarebbe dovuto essere anche il protagonista di una grande opera su cui Sibelius stava lavorando, in parte influenzato da Richard Wagner, intitolata Veneen luominen (La costruzione della barca), che si richiamava al seguito degli eventi del Kalevala. L’opera, progettata per essere la prima opera in lingua finlandese, non fu mai completata, ma Sibelius usò parte del materiale per il suo Lemminkäinen (Suite Lemminkäinen), la cui premiere si svolse nel 1896, ed in quest’opera si occupò di un altro eroe kalevaliano, che dà anche il titolo alla suite. Nella poesia popolare finlandese, Lemminkäinen appare come un giovane, inquieto e avventuroso sciamano, negli strati più tardi del folklore come un guerriero (Vichingo), un avventuriero, e nel Kalevala anche come una versione nordica di Don Giovanni. In effetti, spesso si afferma che Lemminkäinen contenga la musica più erotica scritta da Sibelius.



Il fascino delle figure eroiche maschili raffigurate dall’"epopea nazionale finlandese" fu un fenomeno comune anche tra gli artisti visivi e letterari, così come anche certi motivi del Kalevala, legati spesso alle gesta degli eroi. Sibelius stesso vide le caratteristiche di "nobile virilità" anche in quegli ultimi cantori di poesia popolare che incontrò, e gran parte della tensione drammatica presente nelle sue opere deriva dai personaggi del Kalevala. Nel caso delle avventure di Lemminkäinen, Sibelius condivise con i suoi contemporanei l’interesse per l’episodio del cigno di Tuonela. Secondo il racconto epico, a Lemminkäinen vengono affidati tre compiti dalla potente strega Louhi, la Signora di Pohjola, quando lui ne corteggia la figlia; il compito finale è quello di uccidere il cigno di Tuonela. Nella mitologia ricostruita dalla tradizione orale finlandese, Tuonela era il regno della morte, l’Oltretomba, separato dal regno dei vivi dal cupo fiume Tuonela, l’equivalente dello Stige nella mitologia greca. Il cigno che nuota in questo fiume è un animale simbolo, un uccello sacro e tabù per gli antenati dei popoli balto-finnici. Secondo le credenze, chi l’avesse ucciso sarebbe morto. Il motivo del cigno di Tuonela divenne molto popolare tra gli artisti di fin de siècle, e Sibelius gli dedica il più famoso dei suoi poemi sinfonici della Suite Lemminkäinen (Tuonelan Joutsen, Il cigno di Tuonela). Anche Eino Leino scrisse un dramma simbolista dallo stesso titolo (1898) e, presumibilmente, chiese a Sibelius di metterlo in musica, ma il compositore non esaudì mai questa richiesta. Il momento in cui la madre di Lemminkäinen siede accanto al cadavere del figlio sulla riva del fiume Tuonela venne ritratto da Akseli Gallén-Kallela nel suo famoso dipinto Lemminkäisen äiti (La madre di Lemminkäinen, 1897). Per gli artisti simbolisti, Lemminkäinen divenne il simbolo dell'artista-ricercatore della verità estrema nell’arte, colui che è costretto a morire per raggiungerla.



La ricezione della Suite Lemminkäinen fu, ancora una volta, per lo più negativa, e solo nel 1935 fu eseguita di nuovo per intero, dopo che le varie parti furono ricomposte in un ordine nuovo. All'inizio del nuovo secolo, Sibelius dedicò ai temi del Kalevala una cantata, Tulen synty (L'origine del fuoco, 1902), che alludeva alle antiche tradizioni finlandesi degli incantesimi, in base ai quali era possibile ottenere il controllo di un fenomeno, di un elemento naturale o di un animale pericoloso grazie alla conoscenza delle parole magiche che ne spiegavano l’origine. Questa cantata elabora anche il motivo universale della luce e delle tenebre, impiegato nel Kalevala in modo più specifico. Gli Incantesimi sono una parte importante del Kalevala - come rimarca il famoso adagio, mentre nella maggior parte dell’epica mondiale gli eroi combattono con le armi, gli eroi sciamani del Kalevala combattono con il potere magico della parola.



Le opere successive di Sibelius che trattano temi kalevaliani ne sottolineano esclusivamente i personaggi femminili, come la "fantasia sinfonica" Pohjolan tytär (La figlia di Pohjola, 1906) e Luonnotar (1913); in entrambe, tuttavia, l’eroe Väinämöinen gioca un ruolo cruciale. La figlia di Pohjola è considerata tra le più espressive composizioni di Sibelius per grande orchestra. Seguendo il racconto kalevaliano, descrive il corteggiamento di Väinämöinen alla figlia della Signora di Pohjola; la competizione per la figlia di Pohjola tra gli eroi maschili principali (il vecchio saggio Väinämöinen, l'avventuriero Lemminkäinen e il demiurgo-fabbro Ilmarinen) è una delle trame essenziali dell’epica. Il poema sinfonico Luonnotar (1913) è tratto dalla prima parte del Kalevala e si occupa della creazione del mondo. Luonnotar è lo Spirito femminile della Natura (in alcune varianti del mito della creazione anche la figlia dell'aria, Ilmatar) e la Madre dei mari, che dà vita allo stesso Väinämöinen. Il lavoro fu scritto per Aino Ackté, il primo soprano finlandese di fama internazionale.



Le ultime opere di Sibelius a trarre ispirazione dal mondo dell'antico folklore e dai miti finlandesi sono soltanto riferimenti indiretti al Kalevala, attraverso la figura di Tapio, il dio dei boschi. Nella fattispecie, si tratta del poema sinfonico Tapiola (1926, Il regno dei boschi o anche Il regno di Tapio), recante le tracce di una "monotonia melanconica", caratteristica spesso utilizzata per descrivere la musica di Sibelius in relazione alle citazioni delle antiche melodie finlandesi. Secondo il compositore Kalevi Aho, in Tapiola Sibelius è stato in grado di trasporre l’esperienza arcaica, mitica della natura derivata dal mondo kalevaliano in un paesaggio d’anime musicale universale. Tapiola viene anche considerata l'ultima delle grandi opere di Sibelius.



Come rimarcato da Veijo Murtomäki, la percezione di Sibelius del Kalevala come 'pura musica, tema e variazioni' (per citare le parole dello stesso Sibelius) lo portò alla scoperta di un sistema tonale unico. Egli trovò nell’'alterità' del canto arcaico un nuovo mondo di possibilità per il compositore moderno; esplorando l'antica modalità ancora presente nel modo tradizionale di cantare la tradizione orale finlandese, arrivò a creare un sistema tonale alternativo. Così come Eino Leino, anche Jean Sibelius fu definito "l'ultimo bardo kalevaliano", o anche il moderno cantore dell’antica poesia kalevaliana.



Immagine: Symposium. Akseli Gallén-Kallela