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Pietari Inkinen e l’Italia



Salutato da calorosi applausi il concerto di Pietari Inkinen al Petruzzelli di Bari, che ha inaugurato la nuova stagione sinfonica. Sul podio dell'orchestra del teatro barese, Inkinen ha diretto l'Ouverture da Candide di Leonard Bernstein, la Quarta di Beethoven, e il raro Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 35 di Erich Wolfgang Korngold, con Carolin Widmann come solista.

Nato a Kouvola nel 1980, Pietari Inkinen è uno dei direttori della sua generazione più affermati nel mondo. Da ragazzo ha studiato violino e direzione d'orchestra, ma ha fatto anche parte di una rock band. Si è poi perfezionato in violino alla Hochschule für Musik di Colonia, sotto la guida di Zakhar Bron. Ha fatto i suoi primi concerti come violinista, anche in complessi cameristici, suonando un violino storico, un Carlo Bergonzi del 1732. Si è poi imposto all'attenzione internazionale come direttore d'orchestra, incidendo musiche di Einojuhani Rautavaara e di Jean Sibelius per la Naxos, e un cd wagneriano per la Emi.

Inkinen si è fatto conoscere davvero in ogni angolo del pianeta. Dal 2008 al 2015 è stato nominato direttore della New Zealand Symphony Orchestra. Ora è direttore principale dell'Orchestra filarmonica giapponese, che ha cominciato a dirigere, come direttore ospite, nel 2009. Da anni è una presenza fissa anche in Italia: ha già diretto a Milano, a Torino, a Palermo. In questa stagione dirigerà un programma stravinskijano con Orchestra del Teatro Comunale di Bologna (il 26 febbraio). Con l'Orchestra Haydn, a Bolzano e a Trento, dirigerà la Sinfonia K 201 in la maggiore di Mozart, la Quinta di Beethoven e una nuova composizione di Alessio Ferrante (il 21 e 22 marzo). Sarà ancora a Milano con un programma che comprende musiche di Beethoven e Sibelius, sul podio dell'Orchestra Verdi (ad aprile): quest'orchestra sembra avere trovato una particolare intesa con il compositore finlandese, che la ha diretta numerose volte, la prima dieci anni fa (quando Inkinen aveva appena 26 anni) con il Concerto per violino di Brahms e la Sinfonia n.4 di Čajkovskij.