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Il limite della neve: la nuova poesia finlandese. Una poesia di Esa Mäkijärvi



Il limite della neve



"La nuova poesia - e con ciò intendiamo le opere dei poeti nati negli anni 1970 e 1980 - presenta una molteplicità senza precedenti nel panorama della poesia finnica. Questo intenso pullulare è generato da poetiche opposte, come da una parte la tematizzazione e dall'altra sia la sperimentazione linguistica sia i diversi stili, dal quotidiano al metalinguaggio. La nuova poesia che presentiamo, pubblicata tra gli anni 1990 e la prima decade del 2000, rappresenta una scissione dalla categoricità e dalla ristrettezza del modernismo finlandese, dall'idea di un'unica poetica e di un unico pubblico di lettori" (dalla Prefazione di Siru Kainulainen)




Il limite della neve

La nuova poesia finlandese

Cura e traduzione di Antonio Parente

Prefazione di Siru Kainulainen

Edizioni Mimesis, 2011





Una poesia di

Esa Mäkijärvi



La pagina gira lentamente

la terra gira lentamente verso il sole

la luce gira per il cortile verso le finestre

verso gli occhi

gli occhi del libro s'accecano

la visione si cancella

i candidi occhi del libro osservano

la luce di un attimo e la pagina si guardano dritti negli occhi


in un istante la luce si rigira e scompare.



Si concede il voto del silenzio

finito quel tempo il corpo si risveglia dal letargo

le dita scivolano sui tasti

e la musica riecheggia nelle stanze maestose.



Il sole sorge dietro gli edifici

sorge e gira per il cortile ad indicare le finestre

ad indicare la luce infinita e il calore che si riflette

da finestre, specchi facendo ritorno nello spazio
per sorgere di nuovo.



Le gocce di pioggia toccano il lago

fondendosi nello stesso corpo

suonano il lago

il lago suona

migliaia di contatti simultanei

un solo corpo.



Momenti di pace ritmano i giorni

dividono i giorni in ore vocianti e silenziose

in minuti fugaci e secondi impercettibili

momenti di tranquillità come le dita sui tasti

prima di posarvisi.



Domani il sole si mostrerà di nuovo

oggi fa freddo e c'è silenzio

le finestre celano ogni suono ogni visione

ci salvano ci impediscono di vedere

sole incandescente

di essere noi stessi incandescenti.





La poesia finlandese, la sua traduzione, e il canone immaginario di Antonio Parente