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I 150 anni di Johannes Linnankoski e Armas Järnefelt. Ma parliamo anche di Mauritz Stiller


Questa settimana al festival Il Cinema Ritrovato di Bologna è stato proiettato uno dei capolavori del cinema muto svedese, il film Sången om den eldröda blomman (Il canto del fiore rosso). Pellicola del 1919 del regista Mauritz Stiller, è tratta dal romanzo dello scrittore Johannes Linnankoski di cui quest'anno ricorrono i 150 anni dalla nascita.
Del 1869 era anche Armas Järnefelt, compositore e autore della colonna sonora del film.

Armas Järnefelt, Mauritz Stiller e Johannes Linnankoski. Rispettivamente compositore, regista e scrittore. Tutti e tre finlandesi, nonostante alcuni nomi possano fuorviare, due nati nello stesso anno, il 1869, Stiller, più giovane, nel 1883. Tutti e tre nati all'epoca in cui la Finlandia era ancora un Granducato.

Edvard Armas Järnefelt, anche direttore d'orchestra, era nato a Vyborg (che dal 6 dicembre 1917, giorno dell'indipendenza della Finlandia prese il nome di Viipuri), città ora non più finlandese, dal 1940 tornata all'Unione Sovietica e adesso della Russia. Järnefelt studiò a Helsinki con il nostro Ferruccio Busoni ed entrambi strinsero una grande amicizia con Jan Sibelius, il quale poi sposerà proprio la sorella di Järnefelt, Aino, sua compagna per tutta la vita.
Mauritz Stiller, all'anagrafe Moshe Stiller, nasceva invece a Helsinki il 17 luglio 1883. Regista, sceneggiatore e attore, è il primo e al momento unico finlandese a cui è stata dedicata una stella sulla Hollywood Walk of Fame. Al Royal Dramatic Theatre di Stoccolma, Stiller conobbe una giovane attrice, Greta Gustafsson che scritturò per un ruolo secondario, ma di rilievo, nel suo film Gösta Berlings saga (The Saga of Gösta Berling) e sembra sia stato proprio lui a suggerirle in seguito il nome d'arte di Greta Garbo. Quando Stiller accettò la proposta della Metro-Goldwyn-Mayer di lavorare a Hollywood come regista, decise di portare con sé anche Greta. Gli sviluppi di quella decisione li conosciamo tutti: Greta Garbo è stata e rimarrà sempre una delle più grandi attrici di tutti i tempi.

Johannes Linnankoski (sino ai 33 anni Johannes Vihtori Peltonen) nasceva invece ad Askola il 18 ottobre di 150 anni fa. Era quindi coetano di Minna Canth, di cui abbiamo parlato in un articolo dello scorso marzo, e studiarono entrambi a Jyväskylä, nella stessa università, che però Linnankoski lasciò.

Sull'enciclopedia Treccani si legge:
Il più giovane di sette fratelli, di famiglia di contadini, autodidatta, si occupò nella prima gioventù come taglialegna e giornalista, finché il grande successo del suo primo dramma Ikuinen taistelu (L'eterna lotta, 1903), lo rese d'un tratto celebre e lo avviò verso l'agiatezza. Dramma biblico, svolgente l'episodio di Abele e Caino, simbolo dell'"eterna lotta" tra il bene e il male, tra Dio e Satana, e quindi in parte ispirato al Milton e al Byron, ma con tendenza ottimista. Successo ancor più clamoroso ottenne la sua seconda opera, il romanzo dongiovannesco Laulu tulipunaisesta kukasta (La canzone del fiore scarlatto, 1905), il cui eroe appare un Lemminkäinen modernizzato (v. kalevala) non senza influsso formale del Gösta Berling di Selma Lagerlöf. Nel 1908 si pubblicò il dramma Kirot (Le maledizioni), in cui la narrazione delle origini della nazione finna sono pretesto a un'allegoria degli "anni del gelo" (routavuodet, il più triste periodo della oppressione russa, dal 1899 al 1905). Il poeta fu tra i più fervidi assertori dell'idea nazionale; prese parte ai moti per l'indipendenza e fu il primo segretario della Suomalaisuuden liitto (Lega per il finnismo). Dopo un lungo soggiorno all'estero, specialmente in Italia, Linnankoski scrisse un'altra delle sue opere migliori, il romanzo rustico Pakolaiset (I fuggiaschi, 1908), prendendo argomento da una tragedia familiare di cui egli fu testimone; profondo per la psicologia di due genti diverse, perfetto di stile, riprende il vecchio tema del contrasto del bene e del male, lottanti nell'animo stesso del protagonista, con la vittoria dei sentimenti migliori. Tra le opere minori sono degni di ricordo due altri drammi biblici, Simson ja Delila e Jeftan tytär (La figlia di J., 1911), e una raccolta di novelle, Sirpaleita (Schegge, 1913). Linnankoski riunì in sé preclare doti di scrittore e meriti di patriota: grazie alle numerose traduzioni delle sue opere principali in svedese, tedesco e francese, è forse il più noto all'estero tra i moderni romanzieri finlandesi, tra i quali tiene un posto cospicuo.

In traduzione italiana, di Johannes Lenninkoski, ho trovato soltanto Il canto del fiore rosso. Libro raro ormai, si trovano alcune edizioni usate su amazon o e-bay.
Di seguito le specifiche dell'edizione italiana del romanzo Il canto del fiore rosso, foto del post (al centro)

Il canto del fiore rosso
Tipologia: Libro usato vintage
Anno edizione: 1930
Pagine: 268 p.