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Echi di canti lontani: introduzione al Kalevala

Nella prima metà dell'Ottocento Elias Lönnrot, medico originario dell'Uusimaa, intraprese lunghi viaggi nelle terre di confine con la Russia, in particolare nella Carelia: durante queste ricerche egli raccolse dalla voce dei cantori, che lo custodirono e tramandarono, un patrimonio di canti popolari enorme. Esso prenderà forma in alcune raccolte, frutto della tradizione ma al contempo del gusto personale dello studioso. Tra le sue opere spicca il Kalevala, pubblicato in due versioni, chiamate Vanha Kalevala (1835) e Uusi Kalevala (1849), letteralmente vecchio Kalevala e nuovo Kalevala.




Il secondo testo rappresenta la forma finale dell'opera. Il poema narra le avventure degli eroi principali della cultura finnica: primo fra tutti Väinämöinen. Ogni popolo, nel corso della sua storia, ha innalzato canti di gloria per i propri grandi eroi: Sigfrido l'uccisore del drago, re Artù coi suoi nobili cavalieri della Tavola Rotonda, Achille dal piede veloce. Eppure Väinämöinen appare fin dal principio un eroe differente: Väinämöinen è il sapiente, il virtuoso della parola, più agile d'intelletto che di mano e con l'intelletto in grado di piegare i propri nemici, di vincere le battaglie, nelle quali si incrociano versi e conoscenze ancor più del freddo metallo. Le sue parole possono modificare il mondo attorno a lui, costruire o distruggere ed allo stesso tempo sono suo diletto, arte che incanta, poiché Väinämöinen è anche il primo dei cantori, creatore del kantele, strumento che ancora oggi accompagna la recitazione dei canti popolari e del poema nazionale. Väinämöinen è lo sciamano, in grado di mutare la propria forma nel corso delle sue avventure, assumendo ad esempio le sembianze di un serpente (animale parte sia del mondo dei vivi che di quello dei morti per la tradizione finlandese e per i popoli ugro-finnici in generale). L'eroe è emblema della saggezza perfino nell'aspetto: nato già carico di anni, eroe che non ha mai conosciuto la giovinezza, anziano all'alba del mondo, avanza fino alle soglie di tempi a noi vicini.



Il Kalevala può considerarsi il simbolo della liberazione del suo popolo, che ha fatto della propria antica cultura, della lingua e della letteratura uno strumento di aggregazione in tempi drammatici e che attraverso loro ha reclamato la propria indipendenza come stato, riconosciuta infine anche dalla Russia sovietica nel 1918, dopo un'annessione avvenuta più di cento anni addietro.

Oltre agli effetti in campo sociale non mancarono, ovviamente, le ripercussioni a livello artistico. Il poema ebbe grande influenza non solo in Finlandia, dove trascese i confini di ogni arte, dalla musica (tanto il compositore Jean Sibelius quanto vari gruppi metal tutt'ora in attività) alla pittura (il più famoso tra i pittori che vi si ispirarono è sicuramente Akseli Gallen-Kallela), ma anche all'estero, annoverando tra i suoi estimatori il professore di Oxford J. R. R. Tolkien, autore del capolavoro "The Lord of the Rings".



Vaka vanha Väinämöinen, o il verace Väinämöinen, come lo denomina P. E. Pavolini nella traduzione italiana del 1910, si muove in un mondo che può apparire estraneo al lettore che per la prima volta lo approccia, in quanto appartenente ad una cultura lontana, ma il fascino del Kalevala è irresistibile ed i valori che esso veicola dovrebbero essere ancora esempio per il mondo odierno, esaltando la costanza, l'altruismo, la responsabilità e, soprattutto, la conoscenza.



Valérie Morisi